giovedì 8 marzo 2007

RE-VIVIR

Nei pavimenti di vergogna dei tarli stupiti, di stati d’animo.
Resta il coltello rossoaffilato, decostruttivo.
Il pensiero che pensa e anticipa . i gesti mentiti e mantitori di se stessi, le domande costanti e cantate a ritmo di un piano-forte.
Instaurate le mura della ratio nulla più confonde ma tutto destabilizza.
Poi nei nodi sciolti scorre la vita d’istinto e nel giorno del sole caldo la forza risolleva le vesti.
Profusa le parole di direzioni. Di corpi azione e salti dislocati fuori dal cuore e dentro a volte.
E il fiume di sangue scorre fino all’azione e le cellule perdono pudore e perdono vergogne.
E tutto ricomincia a sentire il tuo fiato. E i polmoni ricominciano a gonfiarsi trascinati dalle costole.
Ciechi di luce, mai fermi e insistenti quest’occhi, e il mento alto e la colonna vertebrale in fila e parte diritta dal bacino alle informazioni delle sinapsi .

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