martedì 5 giugno 2007
mercoledì 30 maggio 2007
dondolante di sonno muovi il collo poi lo giri lo blocchi
dentro la bocca ti ritrovi il fumo
del giorno prima che avevi dimenticato
e lo soffi
per reggere lo sguardo devi voltarti e riacchiapparlo
e giochi, giochi a scommettere di ritrovarlo
così se non vedi sorridi poi vedi
e sorridi comunque
mantieni le dita su diritte e le vibri
ma lo sguardo intanto non lo perdi
e non riesci a capire
perchè.
dentro la bocca ti ritrovi il fumo
del giorno prima che avevi dimenticato
e lo soffi
per reggere lo sguardo devi voltarti e riacchiapparlo
e giochi, giochi a scommettere di ritrovarlo
così se non vedi sorridi poi vedi
e sorridi comunque
mantieni le dita su diritte e le vibri
ma lo sguardo intanto non lo perdi
e non riesci a capire
perchè.
martedì 29 maggio 2007
sabato 26 maggio 2007
affollati di campari e persi nella murgia
dopo una serata passata a districarsi tra gente affannata d'innanzi a venditori ambulanti con un meraviglioso sottofondo bandistico ,
dopo il rumore assordante della musica dei giostrai che faceva da colonna sonora alle mille chiacchiere di mia zia,
dopo i bar affollati di campari e la gente affollata dai panini,
mentre le teste vorticose di chi girava in tondo su frenetici marchingegni,
la strada si fece scura e la mezza luna continuava a sbalordire di strade nuove verso Quasano
e lastrana strada che moltiplicava i chilometri alla meta ad ogni incrocio
si spalancava il bosco comunale di Bitonto tra gli alberi ritorti e la sbalorditiva scoperta che BITONTO avesse un bosco comunale
ci ritrovammo in una chiesa sconsacrata
buia di computer e colma di trappole da mattoni mancanti
le auto erano 3 di cui una completamente distrutta che la scommessa del proprietario rendeva incommensurabile
mentre i tre sfortunati al suo interno ballavano soli fuggimmo da quel luogo pericolante
per ritornare alle sole e sconsolate birre del patrono.
dopo il rumore assordante della musica dei giostrai che faceva da colonna sonora alle mille chiacchiere di mia zia,
dopo i bar affollati di campari e la gente affollata dai panini,
mentre le teste vorticose di chi girava in tondo su frenetici marchingegni,
la strada si fece scura e la mezza luna continuava a sbalordire di strade nuove verso Quasano
e lastrana strada che moltiplicava i chilometri alla meta ad ogni incrocio
si spalancava il bosco comunale di Bitonto tra gli alberi ritorti e la sbalorditiva scoperta che BITONTO avesse un bosco comunale
ci ritrovammo in una chiesa sconsacrata
buia di computer e colma di trappole da mattoni mancanti
le auto erano 3 di cui una completamente distrutta che la scommessa del proprietario rendeva incommensurabile
mentre i tre sfortunati al suo interno ballavano soli fuggimmo da quel luogo pericolante
per ritornare alle sole e sconsolate birre del patrono.
sabato 19 maggio 2007
teatro della cattiveria
il mio teatro della cattiveria
della realtà non fittizzia
ostentando perbenismi ed elogiando componenti interni
con sguardo chiso e avvelenato sottostante
non mi rinchiuderò lo prometto
nelle frasi della convenienza nei clichè quotidiani
il cuore. reale. è difficile da seguire da accettare
ti porta contro muri
non tende a facili compromessi per poco più di qualche euro al mese per sopravvivere.
la mia medea , sommersa, da compromessi poco fiera, ricade nella realtà
rivede ciò che voleva e ora irragiungibile e sgomenta si trascina verso un non ritorno ai suoi desideri
della realtà non fittizzia
ostentando perbenismi ed elogiando componenti interni
con sguardo chiso e avvelenato sottostante
non mi rinchiuderò lo prometto
nelle frasi della convenienza nei clichè quotidiani
il cuore. reale. è difficile da seguire da accettare
ti porta contro muri
non tende a facili compromessi per poco più di qualche euro al mese per sopravvivere.
la mia medea , sommersa, da compromessi poco fiera, ricade nella realtà
rivede ciò che voleva e ora irragiungibile e sgomenta si trascina verso un non ritorno ai suoi desideri
domenica 13 maggio 2007
martedì 24 aprile 2007
sabato 31 marzo 2007
è un cullare
un regalare calore
sentendo parole di direzione essenziale
nessun nodo o interrogativo fondamentale ma solo
direzione
come se ci si conoscesse da anni
come se fossero cadute tutte
come se la lingua vivesse di battito proprio
un cullare di dita tra le scapole di particolarismi sulla pelle
e le parole non chiedono di essere pronunciate
e rimangono li, ferme senza alcun senso ma gelate ed emozionate
credendo di non avere motivo d'essere.
intanto la cera si consuma e il legno riscalda,
in balia degli odori e delle stanze chiuse di vapore
e le cellule non badano al contatto sentono l'uno e assorbono e dissetano di sudore.
come se stessi appiccicata su quel letto
da anni e consapevole quasi fredda e abituata di insaziabile
e i sorrisi si sprecano e non bastano mai
mentre senza incontri
stabilisce l'accordo
lo sguardo
e dietro i muri tutto senza logica nè tempo nè luogo alcuno
prediligendo il tatto
scorresse.
resterebbe
segnando la mappa delle cicatrici il tempo
sottolineando le frasi in comune lo scorrere del fiato
incerto il sangue che scorre resterebbe attaccato
l'olfatto neutro che respira forse simile mai inesistente
il sentire il palmo riempito che richiede.
ti dormirei .
la semplicità delle forme riflessive raccoglie
e io spargo
mentre ti dormirei con il fresco della tua saliva
con il caldo del petto.
un regalare calore
sentendo parole di direzione essenziale
nessun nodo o interrogativo fondamentale ma solo
direzione
come se ci si conoscesse da anni
come se fossero cadute tutte
come se la lingua vivesse di battito proprio
un cullare di dita tra le scapole di particolarismi sulla pelle
e le parole non chiedono di essere pronunciate
e rimangono li, ferme senza alcun senso ma gelate ed emozionate
credendo di non avere motivo d'essere.
intanto la cera si consuma e il legno riscalda,
in balia degli odori e delle stanze chiuse di vapore
e le cellule non badano al contatto sentono l'uno e assorbono e dissetano di sudore.
come se stessi appiccicata su quel letto
da anni e consapevole quasi fredda e abituata di insaziabile
e i sorrisi si sprecano e non bastano mai
mentre senza incontri
stabilisce l'accordo
lo sguardo
e dietro i muri tutto senza logica nè tempo nè luogo alcuno
prediligendo il tatto
scorresse.
resterebbe
segnando la mappa delle cicatrici il tempo
sottolineando le frasi in comune lo scorrere del fiato
incerto il sangue che scorre resterebbe attaccato
l'olfatto neutro che respira forse simile mai inesistente
il sentire il palmo riempito che richiede.
ti dormirei .
la semplicità delle forme riflessive raccoglie
e io spargo
mentre ti dormirei con il fresco della tua saliva
con il caldo del petto.
giovedì 29 marzo 2007
QUELLO CHE NON C'E'
Ho questa foto di pura gioia E' di un bambino con la sua pistola Che spara dritto davanti a se A quello che non c'è Ho perso il gusto, non ha sapore Quest'alito di angelo che mi lecca il cuore Ma credo di camminare dritto sull'acqua e Su quello che non c'è Arriva l'alba o forse no A volte ciò che sembra alba Non è Ma so che so camminare dritto sull'acqua e Su quello che non c'è Rivuoi la scelta, rivuoi il controllo Rivoglio le mie ali nere, il mio mantello La chiave della felicità è la disobbedienza in se A quello che non c'è Perciò io maledico il modo in cui sono fatto Il mio modo di morire sano e salvo dove m'attacco Il mio modo vigliacco di restare sperando che ci sia Quello che non c'è Curo le foglie, saranno forti Se riesco ad ignorare che gli alberi son morti Ma questo è camminare alto sull'acqua e Su quello che non c'è Ed ecco arriva l'alba so che è qui per me Meraviglioso come a volte ciò che sembra non è Fottendosi da se, fottendomi da me Per quello che non c'è.
martedì 20 marzo 2007
tiff file
Mi dis-gusto di codesti salti, di codeste righe ,
di ste-r-rate conclusioni.di cantari raspanti. Di unghie fervide di trucioli di lavagne.
Di soluzioni forzate contro.
Di erti – colanti di sarti imprecisi.
Di formiche di pane stanche di accumulare carcasse.
di ste-r-rate conclusioni.di cantari raspanti. Di unghie fervide di trucioli di lavagne.
Di soluzioni forzate contro.
Di erti – colanti di sarti imprecisi.
Di formiche di pane stanche di accumulare carcasse.
sabato 17 marzo 2007
ore 00.31
questa notte sono in radio per caso mentre pippo sistema le pubblicità per il giornale, sono uscita alle 23
con le mie scarpette nuove a righe bianche e nere, con le calze simili alle scarpe.
i bracciali fanno rumore , trillano
il gillet nero copre la mia magliettina con il teschietto di velluto e la mia spilletta artigianale di bottoni degl'anni 80 oscilla verso il basso.
i pantaloni mi entrano e slargati li ricordo quando a novembre non riuscivo ad infilarli... ora vanno larghi .... avrò perso circa 5 kg in un mesotto !
il mio cerchietto per capelli delle bancarelle dell'universitas stringe un po'.
inspiro espiro, tendenzialmente tranquilla, anche se questo pomeriggio avrei sfondato l'anta del mio armadio a calci e dato pugni al vetro della mia finestra sulla natura verso noci.
Ora sorrido e rido delle puttanate di oggi...sono fuori di cranio!!
Ma come lo vuoi il calcio... forte ...o...fortissimo!
Niente domande devi solo dirmi forte o fortissimo!
FORTE......e il calcio partì!
Non sapevo di essere diventata così aggressiva, diciamo che ne guadagno in autostima!
In sotto fondo o meglio ,a pieno volume, suona john Meyer e il flow si sente e scorre nel sangue come queste lettere!
il piede destro segna il ritmo e gli occhi continuano a stancarsi dopo un giornatone intenso tra 250 mocciosi, amari calabresi, patatine e dialoghi notturni con fratelli sparsi qui e là.
Belle le giornate intense positive e negative che siano , lasciano sempre forti tracce di vita e ci si sente presenti,
Mamma mia sono anche diventata propositiva.. ottimo ... e intanto sorrido mentre rileggo.. e rileggo ...
nouvelle jeunesse con fiducia nella vita che credevo perduta....
con le mie scarpette nuove a righe bianche e nere, con le calze simili alle scarpe.
i bracciali fanno rumore , trillano
il gillet nero copre la mia magliettina con il teschietto di velluto e la mia spilletta artigianale di bottoni degl'anni 80 oscilla verso il basso.
i pantaloni mi entrano e slargati li ricordo quando a novembre non riuscivo ad infilarli... ora vanno larghi .... avrò perso circa 5 kg in un mesotto !
il mio cerchietto per capelli delle bancarelle dell'universitas stringe un po'.
inspiro espiro, tendenzialmente tranquilla, anche se questo pomeriggio avrei sfondato l'anta del mio armadio a calci e dato pugni al vetro della mia finestra sulla natura verso noci.
Ora sorrido e rido delle puttanate di oggi...sono fuori di cranio!!
Ma come lo vuoi il calcio... forte ...o...fortissimo!
Niente domande devi solo dirmi forte o fortissimo!
FORTE......e il calcio partì!
Non sapevo di essere diventata così aggressiva, diciamo che ne guadagno in autostima!
In sotto fondo o meglio ,a pieno volume, suona john Meyer e il flow si sente e scorre nel sangue come queste lettere!
il piede destro segna il ritmo e gli occhi continuano a stancarsi dopo un giornatone intenso tra 250 mocciosi, amari calabresi, patatine e dialoghi notturni con fratelli sparsi qui e là.
Belle le giornate intense positive e negative che siano , lasciano sempre forti tracce di vita e ci si sente presenti,
Mamma mia sono anche diventata propositiva.. ottimo ... e intanto sorrido mentre rileggo.. e rileggo ...
nouvelle jeunesse con fiducia nella vita che credevo perduta....
giovedì 15 marzo 2007
MENU' DEL 23ESIMO ANNO
UNO:
CUS CUS ALLE VERDURE
DUE:
TORTA CON CREMA CIOCCOLATO E ARANCE
TRE:
BIRRA A FIUMI
CUS CUS ALLE VERDURE
DUE:
TORTA CON CREMA CIOCCOLATO E ARANCE
TRE:
BIRRA A FIUMI
giovedì 8 marzo 2007
RE-VIVIR
Nei pavimenti di vergogna dei tarli stupiti, di stati d’animo.
Resta il coltello rossoaffilato, decostruttivo.
Il pensiero che pensa e anticipa . i gesti mentiti e mantitori di se stessi, le domande costanti e cantate a ritmo di un piano-forte.
Instaurate le mura della ratio nulla più confonde ma tutto destabilizza.
Poi nei nodi sciolti scorre la vita d’istinto e nel giorno del sole caldo la forza risolleva le vesti.
Profusa le parole di direzioni. Di corpi azione e salti dislocati fuori dal cuore e dentro a volte.
E il fiume di sangue scorre fino all’azione e le cellule perdono pudore e perdono vergogne.
E tutto ricomincia a sentire il tuo fiato. E i polmoni ricominciano a gonfiarsi trascinati dalle costole.
Ciechi di luce, mai fermi e insistenti quest’occhi, e il mento alto e la colonna vertebrale in fila e parte diritta dal bacino alle informazioni delle sinapsi .
Resta il coltello rossoaffilato, decostruttivo.
Il pensiero che pensa e anticipa . i gesti mentiti e mantitori di se stessi, le domande costanti e cantate a ritmo di un piano-forte.
Instaurate le mura della ratio nulla più confonde ma tutto destabilizza.
Poi nei nodi sciolti scorre la vita d’istinto e nel giorno del sole caldo la forza risolleva le vesti.
Profusa le parole di direzioni. Di corpi azione e salti dislocati fuori dal cuore e dentro a volte.
E il fiume di sangue scorre fino all’azione e le cellule perdono pudore e perdono vergogne.
E tutto ricomincia a sentire il tuo fiato. E i polmoni ricominciano a gonfiarsi trascinati dalle costole.
Ciechi di luce, mai fermi e insistenti quest’occhi, e il mento alto e la colonna vertebrale in fila e parte diritta dal bacino alle informazioni delle sinapsi .
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