sabato 31 marzo 2007

è un cullare
un regalare calore
sentendo parole di direzione essenziale
nessun nodo o interrogativo fondamentale ma solo
direzione
come se ci si conoscesse da anni
come se fossero cadute tutte
come se la lingua vivesse di battito proprio
un cullare di dita tra le scapole di particolarismi sulla pelle
e le parole non chiedono di essere pronunciate
e rimangono li, ferme senza alcun senso ma gelate ed emozionate
credendo di non avere motivo d'essere.
intanto la cera si consuma e il legno riscalda,
in balia degli odori e delle stanze chiuse di vapore
e le cellule non badano al contatto sentono l'uno e assorbono e dissetano di sudore.
come se stessi appiccicata su quel letto
da anni e consapevole quasi fredda e abituata di insaziabile
e i sorrisi si sprecano e non bastano mai
mentre senza incontri
stabilisce l'accordo
lo sguardo
e dietro i muri tutto senza logica nè tempo nè luogo alcuno
prediligendo il tatto
scorresse.

resterebbe
segnando la mappa delle cicatrici il tempo
sottolineando le frasi in comune lo scorrere del fiato
incerto il sangue che scorre resterebbe attaccato
l'olfatto neutro che respira forse simile mai inesistente
il sentire il palmo riempito che richiede.
ti dormirei .
la semplicità delle forme riflessive raccoglie
e io spargo
mentre ti dormirei con il fresco della tua saliva
con il caldo del petto.

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